Chi è il più forte millecinquecentista della storia?

In un’assolata domenica pomeriggio di fine agosto, quando le calure estive iniziano ad affievolire e le giornate iniziano ad accorciarsi, 8 amici decidono di trovarsi per un motivo un po’ particolare.

Per tutti è tempo di vacanze, per tutti le fatiche lavorative sono terminate da qualche giorno, giorno più giorno meno. Ma per tutti la voglia di ritrovarsi è tanta, perché c’è da capire una cosa al contempo semplice ma molto complicata: chi è il più forte millecinquecentista della storia?
Il tutto è partito da Grant Hackett: se ne stava sul divano di casa sua a guardare i mondiali di Budapest e sentiva parlare di grandi risultati, di Sun che tornava imbattibile nei 200-400, di Paltrinieri che continuava la striscia di imbattibilità sui 1500, di Detti, Romanchuk, Horton e delle nuove leve del mezzofondo mondiale.

Così, con un pizzico di nostalgia, si ricordò di quando tutti lo chiamavano The Machine, di quando non perdeva una gara nei 1500 nemmeno da infortunato, di quando, insieme ad Ian Thorpe ma anche senza di lui, era il volto vincente del nuoto Australiano. Si ricordò che prima di lui ci furono i Perkins e i Salnikov, ma che dopo di lui ci vollero 10 anni per ritrovare un miglioramento cronometrico nella “maratona in vasca”.
Ed allora decise di alzare il telefono: il primo che chiamò fu Oussama Mellouli, un altro che con i record va d’accordo (primo uomo a compiere l’accoppiata olimpica d’oro, 1500 in vasca e 10km in acque libere).

Grant: “Ehi hai sentito questi qua alla tv? Io non sono così convinto che siano più forti di noi…”

Oussama: “Stai scherzando? Ma che ore sono? Torna a dormire per favore…”

Hackett non è tipo da lasciar perdere, e compose il numero di Sun Yang.

Grant: “Ragazzone, innanzitutto vorrei sapere perché non fai più i 1500… paura di questi giovanotti eh?”

Sun: “Guarda non è proprio periodo, già a fare gli 800 mi sento uno straccio. Sarà che gli anni passano…”

Grant: “Ma stai scherzando? Se mi ributto vi faccio vedere io!”

Sun: “Ti devo lasciare, Grant… sono qui con i brasiliani e devo chiarire un paio di cose…”

A quel punto Hackett si mise all’opera. Come prima cosa creò un gruppo su Whatsapp dal nome “Who’s the best?”. Partecipanti? Gli autori dei primi 8 tempi di sempre nei 1500, ovvero, oltre a se stesso, Sun Yang, Gregorio Paltrinieri, Mykhailo Romanchuk, Oussama Mellouli, Connor Jaeger, Mack Horton, Ryan Cochrane.
Poi ci pensò un attimo e scrisse:
Se poteste rinuotare per una volta i 1500 al top della vostra forma, lo fareste?
Io, voi, 8 corsie, e basta.
Sapete quando e sapete dove.
INVIO.
Passarono pochi minuti, il primo a rispondere fu Mellouli, ancora sveglio dalla telefonata.
Tu sei matto. Ci sto.
Poco dopo arrivarono notizie da Jaeger e Cochrane:
POLLICE IN SU, per entrambi.
 
Paltrinieri rispose con un selfie fresco fresco: quello con l’oro mondiale appena conquistato.
CONTENTI VOI.
E poi aggiunse:
Per Mykhailo garantisco io: si è perso il cellulare nei festeggiamenti.
Sun Yang scrisse solo dopo la conferma di Greg.
Ok ci sto.
Fredda come il ghiaccio, ecco l’ultima risposta, quella di Mack Horton.
Io non nuoto con i dopati.
Mack Horton ha abbandonato il gruppo.
Ci vollero un paio di chiamate in più e l’intervento di Paltrinieri, ma anche Mack si decise a partecipare.
Però qui due gareggiano con l’asterisco eh
Disse riferendosi a… quei due.

La vasca era deserta. Un’atmosfera spettrale, quasi onirica, avvolgeva l’ambiente che di solito, per le grandi occasioni, era sempre molto caldo. Hackett aveva scelto con accuratezza il luogo: la Marine Messe Fukuoka Prefectural Pool. Nessuno tra i presenti aveva gareggiato lì e lasciato il segno come lui; era il suo posto.
Gli Hateful Eight della maratona in vasca entrarono salutandosi con un cenno, ma ognuno era intento nel suo rituale pre-gara. Solo Grant, arrivato per primo ma spogliatosi per ultimo, disse ad alta voce: “Ci siamo. Che vinca il migliore” e sorridendo si guardò intorno. Era sottinteso che sapeva chi fosse.
Questa la starting list, corsia per corsia.

  1. Ryan Cochrane
  2. Mykhailo Romanchuk
  3. Oussama Mellouli
  4. Grant Hackett
  5. Sun Yang
  6. Gregorio Paltrinieri
  7. Mack Horton
  8. Connor Jaeger

Take your marks… GO!
La partenza di Paltrinieri è, come sempre, deficitaria. Il più veloce è proprio The Machine, con il suo body lungo fino alla caviglia, che ai 100 vira in testa. Gli resiste solo Mack Horton, Sun e gli altri sono a più di un secondo.

 
 
 
Ai 200 la solfa non cambia: Grant si lancia in un passaggio suicida e nessuno lo segue. Romanchuk si rifà sotto e scavalca il cinese. Gli altri sono attardati, il ritmo è troppo elevato.
 

 
 
 
Siamo ai 400: il passaggio di Hackett gli sarebbe valso il quinto posto ai mondiali di Fukuoka (arrivò secondo dietro Thorpe). Dietro di lui si riavvicina uno scatenato Mack Horton, seguito a ruota da Romanchuk e da Sun. Paltrinieri, staccato di circa 2 secondi, sembra voler mantenere il suo passo e non strafare.
 

 
 
 
 
Sun si riavvicina sempre di più e stacca Romanchuk. Ai 700 metri avviene quello che Mack Horton non vorrebbe: il cinese lo passa a doppia velocità e si mette alla caccia di Hackett. Horton stringe i denti, ma Sun ne ha di più (sia di denti, che di forze). Agli 800, Hackett vira con un tempo che lo avrebbe visto quarto ai mondiali di Budapest 2017.
 

 
 
 
Romanchuk non molla, ma chi molla ancor meno è Gregorio Paltrinieri: come un martello continua a stampare un 29 basso dietro l’altro, ed ai 1000 metri si beve l’amico ucraino passando in terza posizione. Nelle retrovie, Horton subisce lo sgarro numero 2: superato anche da Mellouli ora si deve giocare la quinta piazza, per la quale è in lotta anche Jaeger. Cochrane, purtroppo, non è mai stato in gara.

 
 
 
Hackett si sente la gara in pugno: ha organizzato tutto per dare una lezione ai ragazzini ed il suo piano sta funzionando. Ma qualcosa, improvvisamente, va storto. Succede che Gregorio Paltrinieri ha la costanza di un pendolo, un metronomo umano. 29 secondi e poco: questo ci mette l’italiano a percorrere ogni vasca. Ai 1200 supera Sun. Ai 1400 Hackett se lo vede sfilare accanto ed inizia a pensare che, forse, qualcosa non sta andando come previsto.
 

 
 
 
Gli ultimi 100 metri ci diranno la verità: chi è il più forte? Tutti sono al top della loro forma, tutti usano le loro armi. Quella di Greg è la costanza, così come quella di Grant. Ma nessuno ha fatto i conti con il finale di gara del cinese. Hackett nuota le ultime 2 vasche in 56”67, Paltrinieri in 56”69; Sun fa 53”49, ultimo 50 metri in 25”68. Ecco come finisce.

  1. Sun 14’31”02
  2. Paltrineri 14’34”04
  3. Hackett 14’34’56
  4. Romachuk 14’37”18
  5. Mellouli 14’37”28
  6. Jaeger 14’39”48
  7. Horton 14’39”54
  8. Cochrane 14’39”63

Sun esulta seduto sulla corsia mostrando tutto il suo sorriso e sbattendo le mani sull’acqua: forse gli sembra di vedere la folla di Londra 2012. Greg, con il suo ghigno sornione, si sdraia sulla corsia: gli sembra strano non avere l’amico Detti che lo abbraccia come di solito succede. Hackett spruzza un po’ d’acqua mentre si toglie gli occhialini ed osserva i tempi. Alla fine anche lui pensa che è giusto così: non si può riscrivere la storia, perché la storia è stata già scritta.

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