Prima di tutto, un appello. Basta chiamare Simona Quadarella “la Ledecky azzurra”. Non che sia un brutto paragone, anzi, però la stucchevole voglia italiana di trovare sempre del sensazionalismo in tutto non mi piace. Non credo sia un soprannome che renda giustizia alla grandezza di Simona, che sta costruendo la sua storia, la sua legacy, in modo tutto suo, senza necessariamente pensare ad emulare qualcuno. Certo, lo sprone che ti dà aver una campionessa come Katie Ledecky davanti, è impagabile.
Ma Simona ha uno stile personale, un modo peculiare di affrontare le gare che ci dobbiamo tenere stretto e valorizzare. Che bello vederla cavalcare al trionfo, sentirla ancora affamata, non soddisfatta del tempo, ma sorridente per la ritrovata forma. Bellissimo anche rivedere su quel podio Martina Caramignoli, well deserved.
Bello anche avere due ranisti, Martinenghi e Pinzuti, in finale nei 50 rana e due mististe, Cusinato e Franceschi, nei 200 misti. Raccogliere qualcosa sarebbe la ciliegina sulla torta.
Bello il sesto posto di Francesca Fangio, perché nei 200 rana abbiamo bisogno come l’aria di una guida come lei, e bello anche l’atteggiamento di Lollo Mora, che segue il mantra “non perdo mai, o vinco o imparo.”
Bello anche rivedere, finalmente, un 200 stile come si deve, dopo anni di bassezza soprattutto agli europei. Milak esagera nel primo 100, Malyutin gli passa dietro di poco, e poi tiene. Nuota male, ma male male, però ha un ritorno micidiale, e 1.44.79 è un tempone. E bellissimo l’oro di Szabo, Centurion nel cuore.
Bello il bronzo delle ragazze nella 4×200, dove trovo positivo il sotto 2 minuti di Gailli e Pirozzi, il 2 netto di Quadarella e la solita rimonta finale di Pellegrini, meno sfavillante di altre occasioni ma comunque capace di 1.56.54, al quinto giorno di gare: mica male. Siamo lontani dai fasti di Kazan, ma comunque è meno peggio del piattume di qualche stagione a questa parte.
E poi c’è l’incredibile e bellissimo argento di Margherita Panziera, nella gara che inizialmente l’aveva vista quarta ma che poi l’ha premiata. Ringraziamo il reclamo della Hansson e le doti da duecentista di Marghe. Mamma mia com’è incazzata Kira Touissant.