La 4×200 stile – Femmine

Proseguendo nella nostra analisi delle staffette, parliamo oggi della 4×200 stile femminile. Una staffetta spesso sottovalutata a livello di spettacolarità, che invece ha negli anni dato molte soddisfazioni sia al nuoto in generale che ai nostri colori.
Iniziamo con dare un’occhiata ai risultati delle maggiori competizioni internazionali dal 2000 ad oggi (Mondiali ed Olimpiadi).
 
Il progressivo abbassarsi dei tempi necessari per le varie posizioni è ancor più marcato di quanto riscontrato per i maschi:
per l’oro da 7.57 a 7.43
per il podio da 7.58 a 7.45
per l’ingresso in finale da 8.07 a 7.53
In sostanza, il tempo che a Sydney 2000 valeva l’oro, a Rio 2016 ti permette di arrivare tredicesimo: una fotografia davvero notevole del miglioramento del movimento femminile mondiale.
Avere quattro duecentiste di livello non è una cosa da tutti: bisogna programmare sin dai settori giovanili, e spesso lo status di forza internazionale lo si ottiene col tempo.
In questo campo gli Stati Uniti non sono secondi (quasi) mai a nessuno, ed infatti,  dal 2000 ad oggi, hanno perso solo in 3 occasioni: a Fukuoka (causa squalifica), a Pechino ed a Roma (nell’epoca dei costumoni gommati). Ne segue che il medagliere recente di queste manifestazioni può essere così rappresentato:
La forza degli USA è basata sul numero di atlete che si susseguono al vertice, ma soprattutto sul ricambio che spesso riescono a dare senza mai far pesare l’addio (o il declino) di una o più campionesse. Adesso abbiamo la Ledecky, che ha preso il posto della Franklin, che ha preso il posto della Schmitt, che ha preso il posto della Coughlin, della Hoff, della Sandeno… senza quasi mai sentire la mancanza della campionessa precedente, mantenendo sempre al top il quartetto.
L’esatto contrario avviene per molte altre nazioni, che basano invece i propri successi intorno alla crescita di una loro campionessa. È proprio così che la 4×200 stile italiana si è costruita insieme ed intorno alla più forte nuotatrice che il Bel Paese abbia mai avuto, Federica Pellegrini.
Come si può notare dal grafico, gli anni d’oro 2008-2009, quando cioè Fede diventava campionessa Olimpica e Mondiale nei 200 stile, hanno coinciso con i due quarti posti della 4×200. 

Da lì abbiamo avuto una flessione delle prestazioni, dovuta anche all’uscita di Alessia Filippi dal quartetto, che però ha coinciso con l’ingresso di alcune nuove leve (su tutte Alice Mizzau) che hanno dato nuova linfa alla staffetta. La ciliegina sulla torta è stato l’argento mondiale di Kazan 2015 (dietro agli imprendibili USA) punto più alto per una qualsiasi staffetta femminile azzurra. 

Sì, quello del famoso selfie sul podio…
Il risultato di Rio non è stato di certo all’altezza di questo storico podio, ma la stagione delle frazioniste (Pellegrini esclusa) è stata travagliata al punto da nuotare un tempo che le ha escluse dalla finale.
 


Anche l’andamento della miglior frazionista azzurra, rispetto alla miglior frazionista della finale, è strettamente legato alle prestazioni di Federica Pellegrini. Quando Fede ha nuotato sui suoi migliori livelli, è stata anche la migliore del parterre o si è comunque avvicinata al top.

Non serve di sicuro uno scienziato per capire che il futuro di questa staffetta ad alti livelli è collegato a doppio filo con il futuro agonistico della nostra Divina. Se Fede decidesse di continuare (e noi ce lo auguriamo), avremmo la possibilità di ripartire da un livello che ci garantisce quantomeno di giocarci la finale alle grandi manifestazioni. Altrimenti si tratterebbe di rifondazione completa, ma le possibili eredi sono ancora lontane all’orizzonte.

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