“Ottimo il tempo di reazione in corsia 4!”
“E’ stato il più lento al via ma sta recuperando!”
Quante volte abbiamo sentito i telecronisti tv commentare uno stacco perfetto al blocco oppure una partenza deficitaria? Ma quanto vale davvero quel particolare in una gara?
Per scoprirlo abbiamo analizzato i tempi di reazione dei partecipanti alle finali di Budapest 2017: vediamo un po’ cosa abbiamo scoperto!
Intanto notiamo che i maschi sono un pochino più reattivi delle femmine, 0.01 secondi di media sul lotto delle 17 finali e dei rispettivi finalisti. Tra le donne, va conteggiata una partecipante in meno, la canadese Pickrem, squalificata nei 200 misti.
In tutte le gare gli uomini sono mediamente più reattivi al via delle donne, eccezion fatta per il dorso: nelle tre distanze che usano gli spoiler per la partenza, le ragazze reagiscono più velocemente dei maschietti.
Sono proprio i 50 dorso femminili la gara con la media reazione più veloce di tutto il parterre, ed anche l’unica che ha visto le partecipanti alla finale avere un tempo medio inferiore ai 60 centesimi.
Vediamo adesso i tempi medi di reazione divisi per piazzamento.
Tra i maschi, i bronzi hanno reagito mediamente meglio degli ori, mentre tra le donne le quarte classificate sono, magra consolazione, le migliori al via.
Quali sono gli stili più veloci in partenza?
Già lo avevamo capito: il dorso batte tutti. Quello che da sempre è lo stile più penalizzato (dai bordi scivolosi di periferia alle piastre agganciate male) è invece il più veloce allo start. Curioso come gli altri stili si somiglino molto, tutti tra 66 e 69 centesimi di media, con solo le distanze lunghe dello stile libero ad alzare, ovviamente, la media.
Se analizziamo invece le reazioni medie suddivise per distanze, è logico notare che al crescere della lunghezza della gara la reazione diventa meno veloce, così come meno importante è accaparrarsi anche quei pochi centesimi al via che possono valere molto al tocco finale.
Ma nello specifico, quanto può essere importante partire bene?
XU Jiayu, oro dei 100 dorso maschili, è stato il più rapido di tutti i finalisti: 0.51 al via, 15 centesimi “rubati” all’argento Matt Grevers che, per la cronaca, ha perso il titolo mondiale di 4 centesimi.
Camille Lacourt, invece, è stato il più lento al via tra le gare veloci con una reazione di 0.73, che lo posiziona ben al di sopra di tutte le medie che abbiamo visto. Nonostante abbia “regalato” 18 centesimi a Junya Koga, il bel francese è riuscito comunque a vincere i 50 dorso rimontando su tutti e chiudendo la gara con un arrivo perfetto.
Non è bastata una partenza a 0.67 centesimi alla svedese Sarah Sjostom per aggiudicarsi i 100 stile: Simone Manuel ha staccato a 0.71 (+4 centesimi) ma ha vinto lo stesso, dando alla rivale un distacco finale proprio di 4 centesimi!
Un discorso a parte meritano le staffette, gare che spesso si giocano sul filo dei centesimi e dove gli specialisti sono bravi ad azzeccare il cambio “perfetto”. Vediamo come è andata a Budapest.
Se all’Italia è andata male nella 4×100 stile maschi (squalificata per partenza anticipata, a -0,04, di Ivano Vendrame) non si può dire lo stesso all’Olanda della 4×100 stile mista: Femke Heemskerk ha azzeccato il via praticamente perfetto, dando il cambio in terza frazione al compagno Kyle Stolk a 0,00.
Non sono da meno i canadesi bronzo nella 4×100 mista mista: solo 80 centesimi “persi” tra partenza e cambi, record dell’intero parterre. Alla luce di ciò, Il loro bronzo, a pari merito con i cinesi, acquista un valore ancora superiore.
Menzione d’onore ai giapponesi, migliori performer in ben tre staffette su otto: da notare il risultato impressionante delle ragazze della 4×100 stile, capaci di perdere solo 87 centesimi in tutto. Non all’altezza della loro destrezza ai cambi è il settimo posto: il fatto di non essere mai in lotta per una medaglia, forse, ha tolto loro un po’ di pressione!