15 anni sono il tempo di una generazione, un arco di tempo nel quale può succedere di tutto. Ma se parliamo di sport moderno e, nel nostro caso, di nuoto, il triplice lustro 1994-2009 ha rappresentato una vera e propria rivoluzione. Il tutto è avvenuto tra due edizioni dei Mondiali di nuoto, entrambe a loro modo storiche, accomunate da una grande vetrina comune: la piscina del Foro Italico di Roma.
ROMA 1994 e ROMA 2009
“Nessuna piscina al mondo ti da la spinta, i brividi, le sensazioni che ti da il Foro Italico”. Lo ha detto Federica Pellegrini a margine di una recente edizione del Trofeo Settecolli, il più antico trofeo di nuoto al mondo, organizzato annualmente proprio dall’impianto romano.
Ma nel 1994 erano ormai più di 30 anni, dalle Olimpiadi del ’60, che Roma non ospitava una manifestazione di grande portata dedicata alle discipline acquatiche. I Mondiali del 1994 hanno riportato il nuoto internazionale nella capitale, tirato a lucido gli impianti romani lasciando però invariata quell’atmosfera che, parola degli atleti, solo lo Stadio del Nuoto sa dare. E così è stato anche nel 2009, quando 12 mila spettatori estasiati spingevano le nostre campionesse verso i successi della dolce estate romana.
Ma i Mondiali di Roma sono accomunati da un destino comune, per il quale verranno ricordati forse ancor più che per i risultati sportivi: aver sancito la fine di due ere, l’era cinese e l’era dei costumoni.
Alle Olimpiadi del 1984 e ai mondiali del 1986, la Cina non riuscì a portare neanche un atleta in finale. Ai mondiali di Perth 1991 conquistarono un oro,mentre a Barcellona 1992 i successi furono quattro. Ai mondiali romani del 1994, le vittorie furono dodici condite da sette record del mondo, tutte in campo femminile. Ad Atlanta 1996 la medaglia d’oro fu soltanto una.
Questi i numeri di un movimento, quello del nuoto cinese, che ha riproposto, seppur per un periodo di tempo assai più breve, il dominio schiacciante della DDR degli anni 70. Le accuse di doping lanciate dal mondo del nuoto intero ad una nazionale che seppe vincere 12 ori su 16 a disposizione, trovarono conferma nei periodi successivi al mondiale: la positività di molte delle atlete protagoniste di Roma 1994 alla stessa sostanza dopante (il Dehydrotestosterone) fece gridare alla possibilità di un sistema doping statale davvero radicato.
MONDIALI FALSATI? Forse sì, anche se gli ori non vennero ufficialmente mai revocati.
E di mondiali falsati si è parlato anche nel caso di Roma 2009. Questa volta non c’entra il doping ma i famigerati costumoni, ovvero i super tecnologici costumi di materiale plastico che tanto hanno fatto discutere prima dell’inizio dei Mondiali a causa del forte miglioramento delle prestazioni ottenuto proprio grazie a questa tecnologia. La FINA ne permise l’utilizzo in quel di Roma ma decise, già prima del mondiale, di bandirne l’utilizzo a partire dal 2010. Risultato? Roma 2009 è l’edizione che nella storia ha visto più record del mondo, ben 43 (27 nelle finali).
Possiamo tranquillamente affermare che lo spettacolo non sia mai mancato in nessuna edizione dei Mondiali di Roma. Ma quanto sia cambiato il mondo del nuoto in quei quindici anni lo si può vedere dando uno sguardo ai medaglieri.
Stati Uniti ed Australia restano nelle prime cinque posizioni in entrambe le edizioni, con un numero di medaglie simile (USA 21-22, Australia 10-16). Le altre posizioni della top five sono stravolte. Della Cina abbiamo già parlato: dai 12 ori femminili del 1994 si passa ai 4 ori (3 femminili ed 1 maschile) del 2009. La Russia che vinceva 4 ori nel ’94 scende a solo 1 titolo nel 2009, mentre sale l’Italia che porta a casa tre titoli contro una sola medaglia nella precedente edizione romana (Lorenza Vigarani nei 200 dorso).
Vediamo qui riassunti i confronti tra i totali delle medaglie vinte dalle nazioni principali nelle due edizioni.
Vogliamo parlare di tempi? Nelle premesse abbiamo già detto come la peculiarità dell’edizione 2009 sia quella di aver visto abbattere 43 record del mondo, 27 nelle finali. E allora il quadro, a distanza di 15 anni, non può che essere impietoso.
Ce n’è per tutti i gusti: dai miglioramenti abissali nelle staffette alle grandi distanze che avrebbero diviso i vincitori del 94 da quelli del 2009. In proporzione alla relativa distanza, i 100 farfalla maschili sono la gara che ha ottenuto il miglioramento maggiore: il polacco Rafal Szukala (oro nel 1994) a Roma sarebbe arrivato 63esimo.
Ma chi sono stati i personaggi delle due edizioni?
Nel 1994 il grande nome del nuoto mondiale era indubbiamente Alexandr Popov. Lo Zar delle corsie, già doppio oro a Barcellona 1992, ripete la doppietta 50-100 stile anche in chiave iridata, allungando così la sua personale striscia di imbattibilità nello sprint. L’alone di maestosità che c’era intorno a Popov negli anni 90 era qualcosa di indescrivibile: il russo dominava in acqua con un’eleganza ed uno stile che non avevano eguali, sia dal punto di vista tecnico che dei modi. Qualcosa di inarrivabile, che solo pochi altri grandi personaggi nella storia del nuoto sono riusciti ad eguagliare.
Uno di questi è sicuramente Michael Phelps: il kid di Baltimora nel 2009 era reduce dall’impresa di Pechino, l’Olimpiade che lo ha consacrato alla leggenda dello sport. Nonostante un’edizione dei Mondiali con meno gare, nel 2009 il personaggio del circuito natatorio resta lui. Epica la sua sfida con Cavic nei 100 farfalla, rivincita di quanto già accaduto a Pechino, conclusasi ancora una volta a favore dell’americano in quella che è forse la sua gara (extra Olimpiadi) migliore. Quegli ultimi metri in rimonta, quel tocco alla piastra e quell’esultanza con tanto di mano al costume (e piccola polemica) restano un momento di grande valore storico ed emozionale.
Al femminile, invece, le protagoniste del 1994 furono sicuramente le cinesi, per la miriade di ori vinti e le briciole lasciate alle rivali. Ma loro malgrado, tra quelle briciole c’è il nome che più ricordiamo di quel mondiale romano: Franziska Van Almsick. L’allora sedicenne nuotatrice tedesca è stata protagonista di un’impresa che difficilmente verrà dimenticata. Nei 200 stile, gara nella quale è super favorita, manca la qualificazione alla finale, effettuando il nono tempo. Per non meglio specificati motivi, una compagna di squadra rinuncia alla finale, cedendo così il posto alla Van Almsick. Dalla corsia 8, la bella Franzi si prende oro e record del mondo, nel punto più alto della sua carriera.
Quindici anni dopo un’altra bellissima donna, con il mito proprio di Franziska Van Almsick, incanta il Foro Italico: è Federica Pellegrini. 12 mila persone la spingono al doppio oro, 200 e 400 stile, con doppio record del mondo: insieme ad Alessia Filippi (oro nei 1500) è la Divina il volto dei Mondiali di Roma 2009.