Ci sono alcune cose che Grant Hackett ha fatto decisamente bene. Alcune che ha fatto decisamente meglio rispetto a tutti gli altri. Altre che ha fatto decisamente male. Altre decisamente peggio.
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Grant Hackett |
Il suo soprannome è “The Machine”: gli calza a pennello. Si può dire che Hackett incarni l’atleta moderno? Sì, dentro e fuori la vasca, nei pregi e nei difetti, negli eccessi e nei virtuosismi.
Che lo sport, ed in particolare il nuoto, fosse la sua vita lo si capiva anche dall’infanzia. Una figura chiave per lui è stato (ed è tuttora) il fratello, campione australiano di “Ironman”, ma non quella variante estrema del triathlon che conosciamo noi, quella che si fa alle Hawaii, per capirsi. Quella era troppo semplice.
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Un giovane Grant Hackett |
Craig Hackett, fratello maggiore di Grant, è stato campione di Surf Lifesaving, meglio conosciuto come Ironman, uno sport che mischia in una singola competizione le quattro maggiori discipline del salvataggio nel mare. Non è il nostro nobile nuoto per salvamento, ma una cosa molto più vicina a Baywatch di quanto crediamo. In pratica le competizioni consistono in una prova di nuoto, nuoto sulla tavola e kayak, alternato da alcuni veloci tratti di corsa sulla sabbia, il tutto in condizioni che variano a seconda del tempo e delle onde del mare. Era nata come un’attività che doveva servire ai bagnini per tenersi in forma, è finita per essere la sfida delle sfide dei guardaspiaggia. Per questo si chiama Ironman, perché il fine ultimo della gara è quello di trovare il più forte tra i superuomini che popolano le fantastiche distese di sabbia adagiate sull’oceano, sia esso Pacifico o Indiano
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Una recente foto di Craig Hackett, fratello maggiore di Grant |
Ecco, il piccolo Grant cresce nel mito del fratellone, campione di questa prova erculea, ma riesce ad uscire bene dall’infanzia: diventa 193 centimetri per 95 kg, e si capisce già che è uno con la stoffa. È nato nel 1980, a Southport nel Queensland, da papà poliziotto, e frequenta quelle che da noi si chiamano superiori alla Merrimac State High School, dove viene fuori tutto il suo talento per il nuoto.
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Ian Thorpe e Grant Hackett, giovanissimi, ai PanPacifici del 1999 |
A Sydney 2000, l’evento che l’Australia intera attende da sempre, avrà 20 anni: è perfetto per essere l’atleta simbolo della terra dei canguri nello sport simbolo, il nuoto, nelle discipline simbolo, quelle dello stile libero. Ma c’è un piccolo problema: si chiama Ian Thorpe, ed è forse il più grande talento che nella terra “down under” abbiano mai visto.
Ecco che Grant deve di nuovo combattere con uno scomodo metro di paragone davanti a lui: l’Australia tutta diventa matta per Thorpedo, lo squalo gigante, che brucia record su record proprio nelle specialità a stile libero, le stesse di Hackett, dimenticandosi di The Machine. Chiunque verrebbe sotterrato da un fenomeno del genere: uno che a 14 anni è il più giovane uomo australiano ad una competizione internazionale, a 15 è il più giovane campione del mondo e a 17 il più giovane recordman del mondo, come lo batti?
Ed infatti Grant non lo batterà (quasi) mai negli scontri diretti (una sola vittoria nei 400sl ai Pan Pacifici 1997), ma avrà la grande capacità di cogliere spesso l’attimo giusto. Come quando, nel 1999, si prese il lusso di battere IL record del mondo, quello dei 200 stile libero, detenuto da 10 anni da Giorgio Lamberti. 1.46.67: due centesimi che bastano per scrivere una prima volta il suo nome nel gota del nuoto di sempre.
O come quando si presenta a Sydney nella gara che può dargli la soddisfazione dell’oro: i 1500 metri stile libero, l’unica gara che Thorpe non ama e non prepara, diventano la sua distanza.
Grant Hackett rimane imbattuto nei 1500 dal 1997 al 2006: vince ogni singola manifestazione a cui partecipa, dai campionati australiani ai Giochi Olimpici, dai PanPacific ai Mondiali in lunga e co
rta, passando per i Giochi del Commonwealth. Un dominio assoluto, condito da prestazioni da cannibale delle co
rsie, che gli valgono appunto il soprannome di “The Machine”.
rta, passando per i Giochi del Commonwealth. Un dominio assoluto, condito da prestazioni da cannibale delle co
rsie, che gli valgono appunto il soprannome di “The Machine”.
Reputazione avvalorata da due tempi, messi a segno a 9 giorni di distanza l’uno dall’altro, che lo consegnano per sempre alla storia del nuoto: il 29 luglio 2001 nuota 14.34.56 in lunga (durato 10 anni, battuto nel 2011 da Sun Yang) ed il 7 agosto fa 14.10.10 in corta (durato 14 anni, battuto nel 2015 da Greg Paltrinieri).in entrambi i casi frantuma i record precedenti, abbassandoli rispettivamente di 7 e di 9 secondi. Incredibile.
Così come sono incredibili le circostanze che lo hanno visto vincitore di due ori olimpici, sempre nei suoi 1500.
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Sydney 2000: oro nei 1500 |
A Sydney 2000 era tra gli idoli di casa nonché il favorito della vigilia, ma il vero mito era il connazionale Kieren Perkins, già campione ad Atlanta 1996 ed a Barcellona 1992, alla caccia del terzo oro consecutivo nella stessa distanza, impresa fin lì riuscita a nessun uomo. Grant venne colpito da un virus nei giorni delle gare, ed infatti andò male sia nei 200 che nei 400. Nelle batterie dei 1500 segnò solo il terzo tempo e tutto sembrava avviato verso una storica conferma di Perkins. Ma Hackett, aiutato anche dal pubblico di casa, impostò una gara al comando, una di quelle che fa oggi il nostro Paltrinieri, e vinse in 14.48.33.
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Bis d’oro ad Atene 2004 |
Ad Atene 2004, dopo anni di vittorie, Grant era il super favorito: arriva quinto nei 200, terzo nei 400 e si conferma campione nei 1500, con il tempo di 14.43.40. Tutto normale, si presuppone. Ma non per uno che ha un polmone mezzo collassato ed ha fino all’ultimo rischiato di non partecipare ai Giochi.
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A Pechino è “solo” argento |
A Pechino 2008 è alla caccia di quello che non è riuscito al suo mentore Perkins: il terzo oro consecutivo nella stessa distanza, impresa ancora mai effettuata da nessun atleta maschio. La gara si svolge bene, Grant chiude i 1500 con il tempo di 14.41.53. Ma davanti a lui si mette un tunisino di nome Oussama Mellouli, che per meno di un secondo (14.40.84) gli impedisce di compiere la storica impresa. Ad aumentare il ripianto, il tempo notato in semifinale: 14.38.92.
Inutile sarebbe citare tutte le volte nelle quali è stato determinante per la 4×200 aussie, e di quanto è stato competitivo anche nei 400, dove però ha sempre trovato Thorpe a chiudergli la strada. Gli 800, distanza non olimpica, sono stati il suo secondo amore: due titoli mondiali, un record strappato a Thorpe (quello in vasca lunga, durato dal 2005 al 2009) ed un record che ancora resiste, quello in vasca corta, datato 2008: 7.23.42.
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Perth 1998, 4×200 stile: Thorpe, Hackett, Kowalski, Klim |
Hackett è stato a lungo anche il vero uomo squadra degli Aussie: solido mentalmente, meno incline di Thorpe a scandali e copi di testa, nel 2005 è stato eletto primo capitano della storia della nazionale australiana.
Ma dopo il suo primo ritiro qualcosa in lui è cambiato. Qualcosa che prima, probabilmente, era sotterrato sotto quella scorza da uomo duro, dalle grandi fatiche e dalle imprese ancora maggiori. Tutta la sua insicurezza è venuta a galla, portandolo ad una serie di problemi con la moglie, la cantante Candice Alley, dalla quale ha avuto due gemelli nel 2009. Nel 2011 la polizia ha dovuto intervenire per sedare un litigio piuttosto pesante, che li ha portati alla separazione ed al divorzio.
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Candice e Grant |
episodio dell’albergo ha portato a galla le sue dipendenze. Grant aveva smarrito uno dei suoi figli al 20° piano di un hotel: è stato ritrovato mezzo nudo ed in preda al panico mentre vagava alla ricerca del bimbo. Il suo stato di salute era pessimo, la depressione, la dipendenza dal sonnifero Stilnox e dagli alcolici lo hanno costretto ad un periodo di rehab.